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Per i commercialisti c’è una chance in più con la doppia iscrizione

Se i consulenti finanziari indipendenti sono una rarità, esiste una nicchia ancora più risicata, ma potenzialmente molto interessante: quella dei commercialisti-consulenti. Infatti, è permessa la doppia iscrizione all’albo dei commercialisti e a quello dei consulenti finanziari, a patto che questo avvenga nella sezione degli indipendenti, non invece a quella degli “ex-promotori”.
Nel primo caso, infatti, viene ravvisata la natura sostanzialmente intellettuale dell’attività di consulenza, mentre nel secondo caso si tratta a tutti gli effetti di un’attività commerciale, svolta dietro mandato. «A oggi, in effetti, sono poco più di dieci in Italia i professionisti con questa doppia iscrizione, me compreso» testimonia Luca Rizzi, torinese, amministratore della società di consulenza Capitalsuite e da poco entrato nel direttivo dell’associazione di categoria Nafop.
Ma che cosa significa, in concreto, essere insieme commercialista e consulente? «Su questo aspetto meglio essere chiari. A mio giudizio, la possibilità della doppia iscrizione non vuol dire che si possano svolgere entrambe le attività contemporaneamente, con la giusta dose di professionalità.
L’aspetto interessante cui guardare è che la consulenza finanziaria indipendente si può integrare a pieno nel novero dei servizi a valore aggiunto offerti al cliente dallo studio fiscale, attraverso sinergie e collaborazioni tra lo studio stesso e dei consulenti esterni, oppure se il titolare individua una risorsa interna da formare e dedicare a quella precisa mansione». Le opportunità per gli studi fiscali che si aprono a questa realtà sono molteplici: ampliare la gamma di servizi, dunque fidelizzare i clienti e incrementare il ruolo dei commercialisti nel coordinare i passaggi generazionali all’interno delle famiglie, sia quando coinvolgono asset aziendali sia altre proprietà, un ruolo che troppo spesso viene affidato alle banche o altri istituti finanziari. Su questo tema, si segnalano approfondimenti specifici, reperibili in rete, da parte degli Ordini territoriali di Torino e Firenze e il corposo studio “Il commercialista e la consulenza finanziaria agli investimenti” redatto dal Consiglio nazionale e dalla Fondazione nazionale commercialisti.

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