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Rassegna Stampa

Nafop e i lettori di Plus24: Oro? Se si è proprio affezionati, meglio inserirlo accanto ad azioni e bond

Sono un piccolo risparmiatore con moglie e due figlie adolescenti. Avendo la “fortuna” di avere 60mila euro di liquidità da investire, mi rivolgo a «Plus 24» e i suoi esperti per ricevere una valutazione sulla mia idea. Cerco un investimento che garantisca la somma e non una rendita, che possa essere sicura e inattaccabile dall’inflazione, per questo ho pensato all’oro.
Francamente ho solo nozioni elementari su come si possa investire e ho anche perplessità in merito all’idea e che sia effettivamente valida per lo scopo.
Potete affrontare l’argomento ed eventualmente suggerire fonti dove poter approfondire.

Risponde Andrea Zanella, consulente finanziario autonomo associato Nafop

Cominciamo con il dire che le informazioni che ci ha dato sono un po’ troppo scarne. Iniziando dall’oro «attraverso una serie di analisi comparative si è riusciti a capire che effettivamente l’oro ha coperto sistematicamente dall’inflazione. Infatti rispetto ai tempi dell’Impero Romano il suo potere di acquisto è rimasto pressoché invariato (anche se non ci sono certezze per il futuro) –spiega Andrea Zanella, consulente finanziario indipendente a cui Plus24 ha chiesto un parere –. Quindi il ragionamento del lettore potrebbe essere corretto, nel lungo termine. Ma, come ha affermato John Maynard Keynes (considerato l’economista più influente del ventesimo secolo), nel lungo termine saremo tutti morti». In sintesi, secondo il consulente, l’esigenza di un investimento che garantisca la somma in realtà parte da un punto di vista errato. La cifra a disposizione deve essere destinata a un obiettivo concreto e preciso e il target posizionato nel tempo e corredato da un grado di sopportazione del rischio.
Solo in questo modo potremo accettare le inevitabili oscillazioni che ci accompagneranno e arrivare al raggiungimento dello scopo che ci siamo prefissi. Questo processo si chiama “pianificazione per obiettivi di vita”.
Non esiste un investimento di per sè sicuro e inattaccabile dall’inflazione e quindi per forza di cose si dovrà frazionare il rischio “oscillazione” tra più prodotti finanziari trai quali può avere senso comprendere anche l’oro (e per qualcuno anche le cripto).
«In relazione al tempo e alla cifra a disposizione poi si dovrà cercare il mix migliore tra obbligazioni (finalmente si tratta di un’asset class investibile dopo la discesa dei corsi), azioni, beni reali (case, terreni), materie prime, oro – spiega Zanella –. Insomma la noiosa diversificazione, unica ricetta per riuscire a sbagliare meno».
Che percentuale dedicare all’oro (fisico o tramite Etf)? «In realtà è soggettivo, non esiste a priori una percentuale giusta, visto che dipende dai ragionamenti e variabili

sopra esposte – aggiunge Zanella –. Il denaro, inoltre, deve servire a farci stare bene, a non crearci ansia e quindi ad alcuni potrà andare bene il 20% ad altri il 5 per cento. Si dovrebbe anche fare un ragionamento di sostenibilità. Che utilità ha l’oro? Per i più sensibili al tema ecologico, quindi, la percentuale di investimento potrebbe arrivare a zero».
Il lettore ha due figlie adolescenti: ha pensato a garantire loro il migliore futuro in termini di studi? «La vera eredità ritengo sia dare la possibilità ai propri figli dipotersi trovare un lavoro remunerativo e adatto alle proprie inclinazioni, quindi la chiave è il percorso di studi».
Ha pensato al reddito suo e di sua moglie una volta terminato il periodo lavorativo (previdenza)?
Possiede delle coperture assicurative adatte a offrire certezze alla famiglia dagli imprevisti della vita?
Questi sono esempi di obiettivi da realizzare con la liquidità a disposizione. Se visto in quest’ottica probabilmente il concetto di investimento sicuro e inattaccabile dall’inflazione potrebbe ben cambiare e assumere delle connotazioni molto diverse e più concrete. «Ci troviamo in un momento di mercato davvero unico – spiega Zanella–: obbligazioni finalmente interessanti, azioni non più carissime. Probabilmente anche un’asset scelta con il “testa o croce” da oggi a tre anni darà risultati positivi, ma non volendo estremizzare fino a questo punto, direi che un portafoglio composto dal 50% di Etf obbligazionari (con durate e sottostanti diversi), 30% di prodotti azionari (in buona parte agganciati all’indice delle Borse mondiali e poi sui temi del futuro) e il resto in materie prime (compreso un po’ di oro), potrebbe affrontare le oscillazioni dei mercati con una buona stabilità».

Federica Pezzatti

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